Fu proprio in riferimento a questi ultimi che la Nintendo decise di battezzare la sua prima console “Family Computer”, spesso abbreviata in “Famicom”. Si tratta dell’equivalente giapponese del Nintendo Entertainment System, che in America e in Europa è stato prodotto con un hardware molto diverso. Il NES era una console ad 8 bit che seppe distinguersi subito dalle precedenti per la qualità di giochi, che finalmente presentavano una certa longevità e una storia più accurata. Sul NES sono nate serie celeberrime come quelle di “Super Mario Bros.” e “Mega Man”, che continuano ancora oggi. Molti dei titoli storici si trovano anche sugli store digitali: tra app con giochi in 3D, conversioni dei videogame più moderni e slot disponibili online il retrogaming riesce tranquillamente a dire la sua. Il settore dei videogiochi è una delle realtà commerciali più vaste che esistano.
Non tutti sanno che la croce direzionale che si trova sui gamepad fu inventata proprio dalla Nintendo, o meglio dal suo impiegato Gunpei Yokoi. Niente levette o pulsantoni ingombranti: i comandi divennero molto più agevoli e comodi per tutti, anche per i bambini. Il NES ha venduto decine di milioni di copie in tutto il mondo e ha retto tranquillamente la concorrenza del Masyer System della SEGA, la madre di “Sonic The Hedgehog”. Negli anni ’80 il Nintendo Entertainment System ricoprì lo stesso che ruolo verso la fine del millennio sarebbe stato assunto dalla Playstation: era il videogioco per antonomasia, una sorta di “status quo”, la sua diffusione lasciava pensare che “ce l’avevano tutti”. Paradossalmente, però, ancora più popolare risultò essere il Game Boy, la console portatile della Nintendo, che ha conosciuto un ciclo di vita ventennale, il quadruplo della media delle console casalinghe moderne.
Con il Super Nintendo e il SEGA Mega Drive è esplosa l’era dei 16 bit e le serie classiche di “Super Mario Bros.” e “Sonic The Hedgehog” hanno conosciuto i loro epiloghi con l’uscita di “Super Mario World” (pubblicato in Giappone col sottotitolo “Super Mario Bros. 4”) e “Sonic & Knuckles” (seconda metà di “Sonic The Hedgehog 3”, rilasciata però a parte per ragioni commerciali e limitazioni hardware). I capitoli usciti a 20 anni di distanza sono evidentemente più sviluppati dei precedenti, ma il fandom non riesce a considerarli canonici al pari dei giochi che hanno fatto la storia. In Europa il Super Nintendo arrivò con 2 anni di ritardo rispetto al Mega Drive, tuttavia recuperò subito il terreno sul piano delle vendite.
Mario e Sonic hanno perso smalto quando si è passati prima ai 32 bit e poi ai 64. La Nintendo tentò anche un colpo di teatro sul mercato tramite una collaborazione con la Sony, che avrebbe dovuto produrre un lettore cd da collegare al Super Nintendo. Anche il Mega Drive si era prestato a un esperimento analogo, ma i risultati non furono eccelsi. Sfumata la partnership tra Nintendo e Sony, quest’ultima decise di produrre una console in proprio e fu così che nacque la Playstation, la console a 32 bit più famosa di tutti i tempi. La SEGA, invece, si ritirò dal mercato hardware dopo le vendite precarie del Saturn e soprattutto del Dreamcast, che fu dimesso dopo appena 2 anni. Il resto è storia nota: dal 2001 la Microsoft sta cercando di fare concorrenza alla Playstation tramite la Xbox, mentre la Nintendo continua a sfornare console dal design innovativo e a mandare avanti le serie di “Zelda” e “Super Mario”, acquistando più licenze possibili per non farsi schiacciare.