Le origini del Passito di Pantelleria e la coltivazione dei vigneti
La produzione del Passito dell’isola di Pantelleria risale a circa 2000 anni fa. Già abbiamo infatti testimonianze che risalgono al 200 a.C., quando il generale cartaginese Magone dava delle informazioni sulla produzione di quella che ancora era una forma primitiva di questo vino.
Si tratta di un vino che viene prodotto interamente sull’isola di Pantelleria. Una forte impronta locale che dà un risultato del tutto particolare. Infatti la tradizione vuole che anche tutti i vari passaggi della vinificazione debbano verificarsi sull’isola. Anche l’imbottigliamento del vino avviene direttamente a Pantelleria.
Le condizioni che si vengono a creare, anche a livello climatico, fanno in modo che le uve utilizzate per questo prodotto siano rigorosamente controllate.
La vite è quella ad alberello tipica della zona, che l’Unesco ha riconosciuto tra i beni immateriali dell’umanità. La coltivazione è quella ad alberello basso. Le piantine si trovano in una sorta di grande buca immersa nel terreno.
Vengono inserite sotto il livello del mare, in modo che possano trattenere l’umidità e siano protette dal vento. Una coltivazione molto intensa e ricca di cure, perché viene svolta in dei terrazzamenti dalle condizioni impervie.
Ecco perché il lavoro che ci vuole per produrre un vigneto di questo tipo è davvero tantissimo, superiore a quello che si può trovare sulla terraferma. Tra i prodotti di questo tipo possiamo ricordare ad esempio il Ben Ryè della cantina Donnafugata. Del Ben Ryè 2017 prezzo conveniente, che dà la possibilità a tutti di provare questo vino.
La produzione del vino
Anche la produzione è rigorosamente controllata. Infatti abbiamo parlato di un’impronta locale capace di conferire delle caratteristiche uniche. Non potrebbe essere diversamente, visto che la produzione del Passito di Pantelleria si basa unicamente sull’uso dell’uva della varietà Zibibbo.
Normalmente non avviene una produzione abbondante, anche perché la vendemmia acquista quella caratteristica “eroica” che è propria del contesto del territorio. Dopo la raccolta le uve migliori vengono selezionate e sono poste ad essiccare in un tipico essiccatoio, che ha le caratteristiche molto simili a quello usato per far essiccare i pomodori e i fichi.
L’appassimento di solito dura per un periodo di circa 20 giorni. In questo periodo, anche per effetto del caldo e del vento che soffia su Pantelleria, il peso dell’uva si riduce. A questo punto si passa a pigiare i grappoli e poi il ricavato si mette a riposare in dei contenitori di acciaio.
Il colore è di un riflesso ambrato, ha un profumo fruttato che ricorda quasi quello della frutta matura. Si presenta come cremoso ed ha delle note agrumate. Si può gustare con mandorle e crostate e con quei dolci caratteristici della pasticceria siciliana.