I debiti sono sicuramente un qualcosa di preoccupante: sono molte le persone che, infatti, a causa di difficoltà economiche e finanziare di natura differente si ritrovano in situazioni di insolvenza con le agenzie di recupero crediti.
Tuttavia, in questi casi si entra
in una vera e propria sudditanza psicologica, in cui si crede che contro
queste agenzie incaricate per la riscossione dei debiti non vi sia alcun modo
di reagire.
Se è vero che i debiti vanno pagati, è anche vero che la legge tutela il
debitore, sottraendolo così da delle vere e proprie “strategie del terrore”
appositamente adottate per far crollare il moroso.
Come difendersi dalle agenzie per il recupero crediti
Dalle agenzie recupero crediti come difendersi? Il primo passo da fare per difendersi dalle agenzie per il recupero crediti, sicuramente, è quello di mantenere la calma: anche se si dovesse essere colti dall’ansia e dalla paura, è assolutamente importante ricordare che gli operatori dei call center non hanno nessun potere coercitivo: la coazione, infatti, è il mezzo attraverso il quale lo Stato ottiene un determinato risultato, servendosi così degli innumerevoli canali (ad esempio gli organi di polizia giudiziaria, i funzionari amministrativi e quant’altro); gli operatori dei call center, dunque, hanno come solo scopo quello di ”intimorire” il debitore, spingendolo così a pagare.
Ma come contrastare tutto questo? Il semplice concetto di coazione non basta. È importante sapere che le agenzie per la riscossione dei debiti lavorano per conto di istituti bancari et similia: tuttavia, per cercare di intimorire maggiormente il debitore, gli operatori tendono ad identificarsi come dipendenti che chiamano per conto dell’istituto bancario stesso con cui si è creata l’insolvenza; la cosa principale da fare, quindi, è chiedere il nome ed il cognome dell’operatore, per quale agenzia lavora e soprattutto accertarsi di quale sia l’istituto di credito coinvolto.
Diffidare, quindi, dalle telefonate che esordiscono con ”siamo la banca X”: il primo passo per far valere i propri diritti, è fare in modo che questi non vengano calpestati.
Quando una professione diventa “un’arma per minacciare”
Spesso coloro i quali che lavorano per un’agenzia per la riscossione dei debiti adoperano come tattica principale quella definirsi avvocati, così da intimorire maggiormente il debitore.
Tuttavia, ciò è un falso: questo perché, sostanzialmente, non esistono avvocati che lavorano per conto di società, poiché l’avvocato è giuridicamente riconosciuto come un libero professionista. Qualora esistesse un avvocato dipendente di un’agenzia per la riscossione dei debiti, sicuramente non verrebbe impiegato come telefonista.
Diffidare, quindi, nella maniera più assoluta da coloro i quali si autoproclamano dottori in legge: tale professione, si ribadisce, può essere svolta solo in qualità di libero professionista. Infine, fregiarsi di un titolo inesistente costituisce reato.
Chiamare? Sì, ma con prudenza
Nonostante dal punto di vista giurisprudenziale non sia ancora chiaro se esistano o meno delle fasce orarie in cui non è possibile chiamare, è anche vero che la legge ha specificato che, al fine di tutelare la privacy, è assolutamente doveroso evitare di telefonare con insistenza e durante orari di riposo.
Sebbene non ci sia un periodo della giornata in cui non è possibile essere telefonati, è anche vero che si ha tutto il diritto di non rispondere se si sta riposando o se magari si sta pranzando o cenando.
In questo modo, dunque, si vanno a tutelare quelli che sono i diritti del debitore, contrastando così l’aggressività spesso immotivata che gli operatori sono tenuti ad adoperare per la riscossione dei debiti.
Tale aggressività è giustificata dal fatto che le agenzie incaricate traggono il loro compenso solo attraverso una percentuale che il debitore corrisponde alla banca.
In definitiva, nonostante secondo l’immaginario collettivo sia impossibile difendersi dalle agenzie per la riscossione dei debiti, è anche vero che spesso i debitori vengono opportunamente tenuti all’oscuro dalla realtà delle cose, così da fare in modo che il moroso crolli sotto le continue “minacce” poste in essere dalle agenzie e dai telefonisti.