Non vi è ombra di dubbio che il 2017 sia stato un altro anno alquanto difficile per gli italici casinò che non riescono a “mettere fuori la testa” dalla crisi che li ha colpiti già da un bel po’ di tempo. Crisi che sta colpendo il nostro Paese e che tanti assicurano essere passata, e che ha toccato non solo il mondo del gioco d’azzardo, ma tanti altre settori: l’incertezza politica, poi, comporterà ancora più difficoltà, rendendo ulteriormente più difficile il “ritrovamento” di possibili soluzioni ai tanti problemi in generale e, particolarmente, per quello che riguarda il gioco.
Sembra sin troppo logico che in questo momento storico sia assolutamente fondamentale dare una stabilità economica ai Casinò, poiché senza basi economiche solide non si può studiare e pianificare alcun rilancio oppure “ricollocare” le Case da Gioco sul mercato senza creare purtroppo danni occupazionali.
L’anno appena concluso ha avviato un percorso verso la stabilità, seppur tra difficoltà “infinite”, ma si spera con queste premesse di trovare soluzioni valide nel corso dell’anno appena iniziato. Questo “viaggio” è estremamente importante ed indispensabile se le nostre Case da Gioco tricolore vogliono restare in competizione con gli altri casinò europei che forse sono molto più avanti nelle loro gestioni, o quanto meno hanno molto meno burocrazia e “dipendenze” dalle loro proprietà.
Infatti, le Case da Gioco italiche sono soggette a proprietà “di onerosa gestione” e, probabilmente, proprio per questo non riescono ad emergere dalle difficoltà che stanno provocando danni notevoli con ripercussioni oltretutto nell’ambito delle risorse che vi lavorano ed i relativi indotti. Certo, è alquanto difficile paragonare le strutture italiche di gioco con le realtà europee dello stesso segmento: ovviamente, confrontarsi con altre amministrazioni sarà sicuramente una occasione di crescita e di confronto per esaminare problematiche comuni.
Quello, però, che emerge è la particolarità del rapporto tra le italiche Case da Gioco e le rispettive proprietà: è un rapporto, che sia municipale o regionale, unico in tutta Europa e questo, probabilmente dovrebbe far riflettere. Altro su cui riflettere è se i casinò italici possono ancora essere fonte di reddito e di promozione turistica per il loro territorio di riferimento: ed a questa domanda si può senz’altro dire che queste strutture possono essere un importantissimo “volano” occupazionale ed economico.
Si sa che i Casinò, relativamente ai territori che li ospitano, hanno trasferito ingenti risorse agli enti proprietari, permettendo con ciò la costruzione di necessarie infrastrutture a beneficio della comunità che li circonda e, quindi, al sociale. Ma la vera e reale sfida ora sta nel “riassegnare” ai casinò quel ruolo fondamentale di richiamo turistico che per anni hanno esercitato con estremo successo.