Semi di albicocca velenosi? Forse ad alcuni potrà sembrare strano, eppure è stato scoperto che questi semi che si trovano all’interno del guscio possono provocare febbre, nausea e mal di testa. Sarebbe tutta colpa dell’amigdalina, una sostanza contenuta nei semi di albicocca che quando viene ingerita è in grado di rilasciare cianuro. I sintomi a cui si può andare incontro in seguito a questa intossicazione comprendono anche dolori articolari, muscolari, insonnia, nervosismo e abbassamento della pressione arteriosa.
A volte l’intossicazione da cianuro può essere perfino letale. Sulla questione è intervenuta l’Agenzia Europea per la Sicurezza Alimentare, che ha adottato un nuovo regolamento per proteggere i consumatori. In ogni caso l’ente ha voluto rassicurare sul consumo del frutto, che non comporta un rischio per la salute.
Il regolamento dell’EFSA riguarda in particolare la vendita dei semi di albicocca. Ultimamente si è diffuso infatti molto il commercio di questi semi. Su internet si trovano differenti offerte. Molti ritengono che i semi di albicocca sarebbero degli antitumorali. Questa convinzione però non è dimostrata da prove scientifiche.
Secondo l’EFSA, non si dovrebbero consumare più di 370 mg al giorno di semi di albicocca, che corrispondono a tre piccoli semi. La soglia per i bambini viene stabilita a 60 mg. L’amigdalina è contenuta anche in altri frutti, come le prugne, le ciliegie e le mandorle. Eppure a destare l’attenzione sul commercio sul web sono stati soprattutto i semi di albicocca.
Come riportano i principali organi di stampa su questo tipo di vendite, con 12 euro circa si possono comprare 500 grammi di prodotto. Alcuni siti web danno anche dei consigli allarmistici su quanti semi assumere ogni giorno, si va da 10 a 60. Ecco perché è intervenuta l’EFSA, perché la questione sta suscitando un vero e proprio allarme generalizzato.